lavoroprevidenza

mercoledì 31 gennaio 2007

L’ANZIANITÀ IN AMBIENTE LAVORATIVO E SUA INCIDENZA SULLA DISABILITÀ MOTORIA, ALCUNE CONSIDERAZIONI.

del Prof. Sergio Sabetta - Componente Comitato scientifico di LavoroPrevidenza.com


L’anzianità in ambiente lavorativo e sua incidenza sulla disabilità motoria,


alcune considerazioni.



Prof. Sergio Sabetta





Si dibatte di un ulteriore riforma pensionistica tesa tra l’altro ad allungare l’età lavorativa, questo al fine di contenere il disavanzo pensionistico, esistono tuttavia effetti collaterali su cui si pone scarsa attenzione quali l’aumento della disabilità motoria a seguito di lesioni (Testa e Collo; Arti superiori e inferiori; Tronco) per le fasce di età dai 50 ai 64 anni e dagli ultra 65 enni, per cui sono intervenute rendite INAIL.


Dai dati provenienti dalla banca INAIL relativi al 31/12/2005 classificati per livello di disabilità e classe di età risultano quattro livelli di disabilità:





1) MEDIO (11% - 33%)



SOLO FEMMINE





























Fino a 19 anni


103


22


20 – 34


18.059


2.617


35 – 49


72.806


8.947


50 – 64


115.555


19.192


65 e più


123.566


29.127


TOTALE


330.089


59.905





2) GRAVE (34% - 66%)































Fino a 19 anni


15


0


20 – 34


2.324


269


35 – 49


12.232


1.134


50 – 64


23.152


1.862


65 e più


35.955


4.643


TOTALE


73.678


7.908






3) MOLTO GRAVE (67% - 99%)






























Fino a 19 anni


0


0


20 – 34


284


34


35 – 49


1.515


135


50 – 64


2.634


179


65 e più


4.235


302


TOTALE


8.668


650




4) ASSOLUTO (100% - 100%)






























Fino a 19 anni


2


0


20 – 34


55


3


35 – 49


362


35


50 – 64


540


47


65 e più


839


71


TOTALE


1.798


156




Risulta evidente la crescita esponenziale degli infortuni per le due fasce di età più anziane, circostanza che dovrebbe aggravarsi con l’allungamento dell’età lavorativa. Nasce pertanto l’esigenza di intervenire al fine di abbattere i crescenti costi umani, sociali e finanziari che si vanno prospettando per il prossimo futuro quale conseguenza indesiderata delle riforme pensionistiche in atto o che in futuro matureranno.


Dividendo i disabili per infortuni e malattie professionali nei singoli settori di attività si ottiene:




1) AGRICOLTURA















Infortuni


94.274


Malattie professionali


371


TOTALE


94.645




2) INDUSTRIA E SERVIZI















Infortuni


303.290


Malattie professionali


12.122


TOTALE


315.412



3) CONTO STATO















Infortuni


4.072


Malattie professionali


104


TOTALE


4.176




IN COMPLESSO:















Infortuni


401.636


Malattie professionali


12.597


TOTALE


414.233




Interessante è la riclassificazione all’interno di ciascun settore tra dipendenti e autonomi distinguendo per sesso.





1) AGRICOLTURA


















FEMMINE


MASCHI


Dipendenti 5.677


15.769


Autonomi 27.377


45.862


TOTALE 33.014


61.631




2) INDUSTRIA E SERVIZI


















FEMMINE


MASCHI


Dipendenti 30.732


226.013


Autonomi 3.287


55.380


TOTALE 34.019


281.393




3) CONTO STATO


















FEMMINE


MASCHI


Dipendenti 1.586


2.590


Autonomi 0


0


TOTALE 1.586


2.590






IN COMPLESSO


















FEMMINE


MASCHI


Dipendenti 37.995


244.372


Autonomi 30.624


101.242


TOTALE 68.619


345.614




Risulta evidente la forte presenza femminile nei settori agricolo e conto stato rispetto al settore industria e servizi in cui l’incidenza è estremamente bassa e addirittura minima tra gli autonomi del settore in rapporto alla già modesta incidenza dei dipendenti, basti osservare il rapporto F/M tra gli autonomi del settore agricoltura.


Complessivamente il rapporto tra F/M è di circa 1/5 che sale a poco più di 1/8 nel settore industria e servizi, se si assume un incremento di infortuni e malattie a seguito del pensionamento posticipato questi si presume che riguarderà prevalentemente il settore industria e servizi con un incremento per la maggior parte maschile concentrato sugli infortuni.


I costi economici verranno a riguardare sia le rendite che la riabilitazione, a parte ogni considerazione di quelli sociali, sarà quindi opportuno sin da ora concentrarsi nella prevenzione sulle fasce oltre i cinquanta anni con particolare riguardo alle attività interessate dall’elemento maschile.






FONTI




www.banca.datidasabili.inail.it




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