mercoledì 24 febbraio 2010
Per una organizzazione dei valori
“Chi più degli altri esercitava il suo influsso sulla cerchia degli ufficiali era, sorprendentemente, Sturm, il più giovane” ( Ernst Junger – Il tenente Sturm, Guanda 2000).
Articolo del Prof. Sergio Sabetta
Secondo Victor Garcia Hoz tre sono le finalità educative che contribuiscono ad attribuire un significato al perfezionamento dell’uomo: la sicurezza, la dignità e la solidarietà, al fine di ottenere tali risultati gli uomini devono possedere alcune virtù tra queste il controllo biologico e l’ordine mentale.
Il controllo biologico si risolve in una maturità psicomotoria, che non è altro che una temperanza o sobrietà nell’agire, mentre l’ordine mentale a sua volta si identifica in una armonia interiore delle conoscenze e in una progressione coordinata di azioni, d’altronde una pura razionalità sganciata dalla generosità e dagli aspetti più collaborativi si risolve di fatto in una razionalità tecnica, in cui l’onnipotenza tecnocratica, priva il soggetto delle proprie capacità identificandolo nei ruoli che progressivamente riveste, deprivandolo quindi della capacità di padroneggiare la conoscenza e pertanto la saggezza dell’azione.
In una società dai valori incerti, caratterizzata da una forte frantumazione, vi è la necessità di ricostruire un ordine gerarchico dei valori e questo può avvenire solo penetrando nelle nuove forme sociali e organizzandole dall’interno, trasformandole in voci autonome non manipolate; rinasce l’esigenza di una ideologia che superando un relativismo nichilista dia un ordine collettivo probabilistico che crei una base valoriale condivisa.
L’infinita possibile scelta unicamente determinata dalla misura finanziaria crea l’infelicità dell’essere probabile, ma incompiuta, di colui che svuotato di certezze è privo di una bussola direzionale navigando a vista nella soluzione del quotidiano; vi è quindi la necessità di tessurizzare i vari modi dell’essere, di affrontare le esigenze di sicurezza, dignità e solidarietà.
La capacità di effettuare scelte da parte di un uomo non deriva esclusivamente da un’analisi scientifica ed olistica, bensì da una capacità argomentativa innanzitutto etica risolvendosi il tutto altrimenti in una risposta agli impulsi degli istinti, presupposti per futuri problemi sociali e democratici, fondandosi la democrazia in una soluzione etica alle richieste istintive umane; giustizia e prudenza intervengono sul momento dell’azione volontaria, ossia della scelta al momento del desiderio razionale (Altarejos).
Organizzare la domanda, creare le premesse di possibili scelte, offrire una serie di effettive occasioni senza che la partita sia truccata, fornire dignità al pensiero e alla ricerca, compenetrare il fare con il riflettere, fornire i servizi necessari per ottenere il massimo delle possibilità di scelta, ma il tutto può reggere solo su una organizzazione gerarchica dei valori, in quanto qualsiasi scelta è innanzitutto una riflessione etica sui valori premianti.
Il relativismo culturale diventato nichilismo veritativo (Benigna) riduce il soggetto ad un numero valoriale espropriandolo della persona, una nuova forma di esproprio del valore che avviene nel preciso momento in cui si esalta l’individualismo e il suo essere unico, ne deriva la necessità di un nuovo contenitore politico che funga da catalizzatore delle nuove forme sociali nate dal dissolvimento della precedente società industriale e che sia alternativo alle politiche che hanno aiutato a conformare la nuova società frammentata, questo proprio al fine di evitare che la vittoria dell’individualismo giunga a divorare se stessa in una confusione di singole azioni nelle quali “il fronte è dappertutto e in nessun posto” (Giap).
Bibliografia
• V. G. Hoz, Educazione personalizzata, Le Monnier 1981;
• R. Dahrendorf, Quadrare il cerchio. Benessere economico, coesione sociale e libertà politica, Laterza;
• Storia delle ideologie, a cura di F. Chatelet, Rizzoli 1978.