venerdì 7 novembre 2008
Analisi storiografica e fenomenologia nelle politiche pubbliche
Mettere tra parentesi la struttura preventiva che costituisce lo sfondo onnipresente della vita quotidiana ( Varela )
Articolo del Prof. Sergio Sabetta
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Negli anni ’80 del secolo scorso la sociologia storica ha recuperato i fattori competitivi e repressivi della politica e della guerra quali elementi del cambiamento da affiancarsi ai fattori esclusivamente economici (Tilly), a questi si è affiancato l’andamento demografico quale elemento determinante nelle trasformazioni ed ancor più nelle politiche pubbliche, la composizione della popolazione viene a porsi come uno dei motori principali dei cambiamenti (Le Roy, Malthus), l’innovazione avviene anche in funzione di questa, si parla perciò di movimenti ciclici economici e demografici dentro un sistema in apparenza “omeostatico” ma in realtà sottoposto a stress esterni (Le Roy, Ladurie).
L’evento assume la funzione di catalizzatore del cambiamento tuttavia le sfere culturali economica, politica e delle credenze difficilmente mutano contemporaneamente, interviene pertanto il problema generazionale (Mannheim) del mutamento culturale e del coinvolgimento accanto all’aspetto politico di quello più propriamente sociale secondo cicli di lungo periodo, si ha la percezione del sistema sociale come di un sistema in equilibrio dinamico misurabile periodicamente.
L’interdipendenza tra popolazione, risorse e tecnologia è qualificata dalle istituzioni sociali che ne condizionano i rapporti definendo i valori e gli atteggiamenti mentali, ossia il contesto socio-culturale. Occorre pertanto prendere in considerazione, oltre che al regime politico e alla struttura statale, anche le istituzioni minori, come le associazioni di categoria e il sistema scolastico, a cui si affiancano gli altri enti creatori di valori, infatti le istituzioni, a maggior ragione quelle finanziarie, possono essere ostacolo allo sviluppo se non ne diventano motori.
Lo sviluppo economico non è di per se stesso sinonimo di progresso anche se nell’idea modernista acquista un valore assimilabile, mentre nel progresso vi è una valenza etica, nello sviluppo vi è una valenza puramente materiale della ricchezza, in realtà l’analisi dello sviluppo economico presuppone elementi quali i desideri, il sistema legale, l’organizzazione sociale politica e finanziaria che vengono a porsi tra l’etica e lo sviluppo in termini economici.
Non sono pertanto i singoli fattori ma l’insieme delle variabili a determinare l’esito delle politiche pubbliche, circostanza che nella sua complessità deve essere sempre valutata nel controllo strategico, il punto di partenza è l’atteggiamento di riduzione alla sorgente del pensiero, analogo al dubbio, con cui si eliminano le sovrastrutture precostituite del ragionamento. Con l’eliminazione degli schemi automatici del pensiero si crea una molteplicità di orizzonti (James) con un prevalere dell’intuizione nello spazio mentale e la creazione di una varietà di possibilità.
Tuttavia l’intuizione creativa è a sua volta modellata dalle nostre capacità descrittive, ossia codificative in termini linguistici e grafici. Deve esservi pertanto una libertà di giudizio che favorisca l’emergere delle correlazioni fondamentali (Husserl) secondo la riduzione fenomenologica sopra descritta.
L’esperienza personale è inserita in un contesto inestricabilmente collegato alle altre coscienze e al mondo fenomenico, vi è quindi una ricerca continua delle connessioni nel tempo con una lettura prismatica degli eventi che permette il galleggiare di verità nascoste agli schemi automatici mentali.
Bibliografia
• A. Abbagnano Storia della filosofia, Utet, 1974;
• A.R. Damasco, L’errore di Cartesio. Emozione , ragione e cervello umano, Adelphi, 1995;
• E. Husserl, L’idea della fenomenologia, Laterza, 1993.