venerdì 6 giugno 2008
SUL WEB LE ASSENZE E GLI STIPENDI DEGLI STATALI?
Il «Palazzo», anzi tutti i «Palazzi», devono diventare di cristallo: trasparenti agli occhi del cittadino.
E´ questa l´idea del neo ministro della Funzione Pubblica...
E tu cosa ne pensi?
Scrivici: info@lavoroprevidenza.com
(a cura del direttore Avv. Marco Dibitonto)
Per il ministro è opportuno ai tempi d´oggi conoscere lo stipendio degli uomini che provvedono alla «macchina» dello Stato, quanto tempo lavorano, quante assenze cumulano nel corso dell´anno, quali risultati sono chiamati a conseguire, se ci riescono oppure no e quanto «merito» entra, dunque, nelle loro buste paga.
Tutto chiaro e tutto on line, rispettando le norme dettate dal Garante della Privacy.
Su Repubblica si legge: "E´ l´ obiettivo dichiarato del ministro della Funzione Pubblica e dell´ Innovazione Renato Brunetta che chiede «trasparenza» e comincia ad applicarla proprio in «casa sua»: da ieri mattina la mappa del suo dicastero e delle strutture collegate (in tutto 1.100 dipendenti) sono sul sito.
Basta «cliccare» su www.innovazionepa.it per sapere tutto o quasi sui dirigenti di Brunetta: quanti sono, quanto guadagnano, il loro curriculum professionale, i giorni d´ assenza divisi per ufficio, i numeri di telefono e le mail per far sì che i vertici siano rintracciabili anche dal privato cittadino."
Ora il ministro chiede che la linea sia seguita anche dalle altre strutture e, per quanto lo riguarda, promette di continuare: nei prossimi giorni saranno disponibili on line anche i dati che lo riguardano.
L´ operazione è in «progress» sul sito - grazie anche alla collaborazione con l´ Istat - saranno pubblicati anche gli obiettivi assegnati ai dirigenti, le valutazioni, gli indicatori di spesa e di qualità. In ballo «c´ è la possibilità di recuperare fra il 30 e il 40 per cento di produttività».
Il problema, per Brunetta, sta proprio lì: si parte dalle assenze, ma anche dal modo in cui - una volta assodata la presenza - si lavora.
Affinché pubblico e privato abbiano gli stessi standard, bisogna fare in modo che anche nel primo settore «entri il mercato».
«C´ è una bassa produttività, bassi controlli, scarsa trasparenza, dopo l´ ingresso nell´ euro non possiamo più permetterci una funzione pubblica arretrata».