sabato 1 marzo 2008
PRECARIATO E WELFARE
DI´ LA TUA SUL PRECARIATO... SCRIVI A info@lavoroprevidenza.com ed esprimi la tua opinione...
L´ultimo numero della rubrica di Bruno Ugolini Atipiciachi, pubblicato il 20 febbraio sull´Unità, si intitola Nuovi braccianti del terzo millennio e recensisce un recentissimo volume intitolato Precariato e welfare in Italia (Editrice Ediesse).
L´autore è Canio Lagala, professore associato di Diritto del lavoro nella Facoltà di giurisprudenza dell´Università di Foggia.
"[...] È un accurato studio (duecento pagine) sui precari di ieri e quelli di oggi e di domani. Quelli di ieri erano concentrati per lo più nel settore agricolo e nell´edilizia. E per loro era stato costruito un sistema di tutele che assicurava una forte coesione sociale e una dignità di cittadini-lavoratori. [...] Assai diverso è il trattamento per i nuovi precari, quelli che Lagala chiama i soggetti deboli del nostro mercato del lavoro, uomini e donne che svolgono lavori saltuari, o stagionali o nuove forme di lavoro cosiddetto parasubordinato ma con scarsa autonomia. Il fenomeno, aggiunge, si va espandendo, a differenza del passato, nei servizi e in tutti gli altri settori produttivi, in conseguenza del nuovo modo di produrre e dall´esigenza di abbassare i costi per competere sui mercati internazionali.
Ma perché questa differenza di tutele tra i precari di ieri e quelli di oggi?
L´autore chiama in causa il nuovo sistema pensionistico contributivo, sia la disciplina vigente (vedi la legge 30), ma ancor più quella programmata degli ammortizzatori sociali. Sono misure ispirate più ad una logica mutualistico-assicurativa che solidaristica-distributiva. La radice di tale impostazione, secondo lo studioso, sta nell´idea di separare l´assistenza dalla previdenza. E insistere in questa idea porta alla rinunzia di una forte solidarietà nel mondo del lavoro, affidando i soggetti più forti a prestazioni sempre più individualizzate e di tipo assicurativo e quelli più deboli alle cure dell´assistenza. È il cosiddetto welfare di tipo compassionevole. Con la protezione sociale dei precari affidata sempre più a carico del bilancio pubblico nell´ambito dell´assistenza. Come i cittadini poveri. Con la conseguenza di un minor afflusso di gettito previdenziale proveniente dai lavoratori precari. I quali non avranno
interesse a versare contributi dai quali non avranno vantaggi. [...]"