sabato 11 dicembre 2004
IL FATTORE ETÀ NEL MERCATO DEL LAVORO
da Miaeconomia
Secondo la rilevazione compiuta dal “Laboratorio Armonia” della Sda Bocconi e da Astra Demoskopea, con il contributo di Fondazione Adecco e Boehringer Ingelheim, sono oltre un milione e mezzo gli italiani che si sentono discriminati a causa dell’età. Gli over 45 che lavorano o hanno lavorato come dipendenti, e che ritengono di essere stati discriminati sul posto di lavoro proprio per l’età sono l’11%. Ora, anche se il fenomeno non è mai stato monitorato prima, sono però in molti a percepire questo stato di cose, tanto che il 24% della popolazione dichiara di conoscere lavoratori dipendenti over 45 che siano stati in qualche modo penalizzati o discriminati.Ad esprimere forte preoccupazione per l’andamento del mercato del lavoro sono oltre il 53% degli italiani, per i quali l’allarme è altissimo. Come ha sottolineato anche il presidente di Demoskopea, Enrico Finzi, “Considerando anche le forme di discriminazione minore, si stima che il fenomeno coinvolga quattro milioni di persone”.In genere i lavoratori interessati da questo fenomeno hanno in media 45 anni, abitano in una grande città del centro o del nord-ovest, sono colti ed appartengono alle classi medio alte. I settori più a rischio sono marketing, commerciale, strategia e sviluppo. L’allontanamento dall’azienda viene vissuto con frustrazione, anche se, si sottolinea, le donne riescono ad affrontare meglio l’esperienza rispetto agli uomini.L’indagine è stata effettuata mediante una serie di interviste, effettuate da ricercatori della Bocconi, a manager tra i 40 e i 59 anni che hanno vissuto il trauma del licenziamento e l’esperienza di una lunga, quanto vana, ricerca di un nuovo impiego. Secondo Cristina Bombelli, direttrice del Laboratorio Armonia, “sono in atto processi espliciti ed impliciti di espulsione dei manager oltre i 50 anni dal mercato del lavoro”.Si comincia con i cosiddetti “incentivi all’esodo”, vale a dire buonuscite che le aziende offrono ai manager per spingerli ad accettare. Questi ultimi, nella (falsa) convinzione che gli anni di lavoro abbiano comunque creato una serie di relazioni che potrebbe portarli di lì a breve ad una nuova assunzione accettano l’offerta aziendale…salvo poi, dopo qualche mese, accorgersi che le conoscenze sono servite a ben poco e passare ai “canali tradizionali di ricerca”, come ad esempio le inserzioni pubblicate sui quotidiani.I manager che riescono, in qualche modo, a ricollocarsi, lo fanno proprio grazie alla rete di conoscenze acquisite durante il percorso lavorativo, anche se, spesso, si trovano lavori considerati “di ripiego” temporaneo, come l’agente di commercio ovvero la consulenza. L’analisi di oltre 5.000 inserzioni di lavoro pubblicate tra il 1993 e il 2004 da un quotidiano a diffusione nazionale conferma la rilevanza del requisito anagrafico per chi vuole aspirare a ricoprire una delle posizioni vacanti: il 42,4% delle inserzioni pone un vincolo esplicito di età che, nell’87% dei casi, è inferiore ai 44 anni. Nella media, comunque, i destinatari delle inserzioni sono persone tra i 24,8 e i 34,2 anni.