Atto giudiziario di diritto amministrativo
A Tizio, agente della Polizia di Stato, viene contestato, da parte dell amministrazione di appartenenza, di far parte di un sodalizio criminoso, composto da soggetti con precedenti penali specifici, al cui interno avrebbe svolto il compito di movimentare autovetture rubate approfittando della sua qualitą di agente da esibire in caso di controlli da parte delle forze dell ordine.
Viene ipotizzata la violazione disciplinare di cui all art. 7 n. 1 del D.P.R. 25/10/1981 n. 737, passibile della sanzione della destituzione.
Nel corso del giudizio disciplinare, a seguito di un supplemento istruttorio, emergevano fatti specifici in parte diversi da quelli posti a base dell originario atto i contestazione degli addebiti, quali la compravendita di autovetture da persone pregiudicate, l accesso ad un distributore di benzina gestito da un pluripregiudicato per reati in materia di armi, droga e pubblica sicurezza, con cui l agente si intratteneva in conversazione, e la titolaritą negli anni precedenti all inchiesta di un alto numero di targhe, autovetture e motocicli.
Nel frattempo il procedimento penale aperto nei confronti di Tizio si chiudeva con decreto di archiviazione per non aver commesso il fatto, del G.I.P. su conforme richiesta del P.M.
Successivamente, l organo di disciplina dell amministrazione di appartenenza, senza procedere alai modificazione dell originaria contestazione, proponeva al Capo della Polizia la sanzione disciplinare della sospensione dal servizio per sei mesi, in forza del combinato disposto degli artt. 6 n. 1 e 4 n.3 del citato D.P.R., nella parte in cui puniscono l abituale mantenimento, al di fuori delle esigenze di servizio, di relazioni con persone che notoriamente non godono di pubblica considerazione.
Seguiva il conforme decreto del Capo della Polizia.
Il candidato, assunte le vesti del legale, rediga l atto ritenuto pił idoneo a salvaguardare le ragioni dell assistito.