Tfr, sì del governo ma dal 2008
Approvata dal Consiglio dei ministri la riforma della previdenza complementare. Ma entrerà in vigore a partire dal gennaio del 2008. Moratoria per le piccole imprese fino al 2009. Il lavoratore avrà tempo fino a giugno 2008 per decidere cosa fare delle quote maturande della liquidazione.
Il Consiglio dei ministri alla fine ha detto sì. Ma ha introdotto un rinvio di due anni. La riforma della previdenza integrativa così entrerà in vigore a partire dal gennaio 2008 invece del gennaio 2006 come preventivato e richiesto fino ad oggi dal ministro del welfare Maroni.
I lavoratori, considerati i sei mesi legati alla regola del "silenzio-assenso", avranno quindi tempo fino alla fine di giugno 2008 per decidere cosa fare delle quote maturande della propria liquidazione. Nel frattempo, e fino ad allora, le quote del Tfr continueranno a maturare in azienda.
Il provvedimento approvato, secondo le dichiarazioni del ministro Gianfranco Fini, prevede anche la moratoria di un anno per le piccole imprese. I dipendenti di queste aziende verranno quindi coinvolti a partire dal gennaio 2009. Ancora non definiti invece i termini per i dipendenti del settore pubblico esclusi dalla riforma della previdenza complementare.
"Sono soddisfatto - ha detto il ministro del Welfare Maroni - grazie alla mediazione del ministro Tremonti siamo arrivati ad avere un risultato soddisfacente. Il decreto è stato approvato senza modifiche.
Al centro dello scontro era stata la portabilità del contributo da parte del datore di lavoro. Secondo la bozza di decreto approvata dal Consiglio dei ministri, il lavoratore che sceglie i fondi negoziali può contare anche su un contributo del datore di lavoro che si aggira sull 1% del Tfr, mentre tale contributo viene meno nel caso in cui il lavoratore sceglie le polizze assicurative individuali.
Secondo l’ultima analisi effettuata dalla Covip (Commissione vigilanza sui fondi pensione) i costi delle polizze individuali pensionistiche sono di molto superiori a quelli dei fondi negoziali. Le polizze prevedono costi che vanno dall’8,1 per cento del patrimonio (per 3 anni), al 3,2 per cento (dieci anni) e al 2,3 per cento (35 anni). Per i fondi chiusi i costi sono inferiori allo 0,5% e per i fondi aperti oscillano tra l’1,8% e l’1,3% del patrimonio.
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