Attua l’accordo sull’orario di lavoro del personale di volo dell’aviazione civile
l ORARIO DI LAVORO EUROPEO PER I PILOTI CIVILI
(Dlgs Cdm 29.7.2005)
Orario di lavoro europeo per i piloti civili. Il Consiglio dei Ministri del 29 luglio 2005 ha approvato un decreto legislativo di recepimento della direttiva 2000/79/CE relativa all’attuazione dell’accordo sull’orario di lavoro del personale di volo dell’aviazione civile, concluso tra le Organizzazioni dei lavoratori e le Organizzazioni sindacali del settore Association of European Airlines (AEA), European Transport Workers’ Federation (ETF), European Cockpit Association (ECA), European Regions Airline Association (ERA) e International Air Carrier Association (IACA). In particolare il provvedimento introduce le definizioni di “Orario di lavoro”, “Personale di Volo dell’aviazione civile” e “Tempo di volo”. Fissa i limiti annui dell’orario di lavoro, che non può superare le 2000 ore e del tempo di volo che non può essere superiore alle 900 ore. Viene inoltre prevista una apposita disciplina in materia di ferie e di riposi: almeno quattro settimane retribuite di ferie e almeno 7 giorni al mese liberi da ogni tipo di servizio e di riserva. Specifiche misure sono previste altresì per la tutela del personale di volo con riferimento alla valutazione dello stato di salute, agli obblighi del datore di lavoro ed al lavoro notturno. Il provvedimento è in esame definitivo e quindi sarà pubblicato a giorni in Gazzetta Ufficiale, avendo già ricevuto i pareri delle Commissioni parlamentari. (07 settembre 2005)
Decreto legislativo di recepimento della direttiva 2000/79/CE
IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
Visti gli articoli 76 e 87 della Costituzione;
Vista la direttiva 2000/79/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000. relativa all attuazione dell accordo sull organizzazione dell orario di lavoro del personale di volo nell aviazione civile concluso da AEA, ETF, ECA, ERA e IACA;
Vista la legge 31 ottobre 2003, n. 306, recante disposizioni per l adempimento di obblighi derivanti dall appartenenza dell Italia alle Comunità europee. Legge comunitaria 2003;
Visto, in particolare, l’allegato B della legge n.306 del 2003, che delega il Governo ad emanare uno o più decreti legislativi recanti le norme per l attuazione della direttiva 2000/79/CE relativa all attuazione dell accordo sull organizzazione dell orario di lavoro del personale di volo dell aviazione civile;
Visto il codice della navigazione emanato con R.D. 30 marzo 1942, n. 327, come modificato dal Dlgs 9 maggio 2005, n. 96;
Vista la deliberazione preliminare del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del...... ....;
Acquisiti i pareri delle competenti Commissioni parlamentari della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica;
Vista la deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del ...... ....;
Sulla proposta del Ministro per le politiche comunitarie e del Ministro del lavoro e delle politiche sociali,
di concerto con i Ministri degli affari esteri, della giustizia, dell’economia e delle finanze, delle infrastrutture
e dei trasporti e della salute,
EMANA
il seguente decreto legislativo
Art. 1
(Campo di applicazione)
1. Le disposizioni del presente decreto si applicano al personale di volo dell aviazione civile.
Art. 2
(Definizioni)
1. Per "Orario di lavoro" si intende qualsiasi periodo di tempo in cui il lavoratore sia al lavoro, a disposizione del datore di lavoro e nell esercizio della sua attività, o delle sue funzioni conformemente alle disposizioni, anche dei contratti collettivi di lavoro, applicabili in materia.
2. Per "Personale di volo dell aviazione civile" si intende il personale di cui all articolo 732 del codice della navigazione impiegato da un azienda con sede legale o base delle operazioni nello Stato italiano.
3. Per "Tempo di volo" si intende il periodo dall istante in cui l aeromobile si muove dalla propria area di parcheggio per effettuare una tratta di volo fino al momento in cui, dopo l’atterraggio, si ferma nella posizione di parcheggio assegnata e fino al completo arresto dei motori di spinta.
4. Per "giorno locale" si intende un periodo di tempo di ventiquattro ore che inizia alle ore 00.00 locali.
Art. 3
(Orario di lavoro)
1. Ferma restando la disciplina comunitaria e nazionale riguardanti limitazioni del tempo di volo e dei periodi di servizio e prescrizioni di riposo, l orario di lavoro massimo annuo è pari a 2000 ore. In tale limite massimo sono compresi anche periodi di riserva la cui determinazione ed il relativo computo sono disciplinati ai sensi della normativa vigente. Il tempo di volo non può superare le 900 ore annue.
2. La distribuzione dell orario di lavoro massimo annuo è programmata ed effettuata, in maniera uniforme nell arco dell anno salvo motivate esigenze di carattere tecnico-operative, disciplinabili in sede di contrattazione collettiva nei limiti della normativa vigente.
Art. 4
(Ferie)
1. Il personale di volo dell aviazione civile ha diritto a ferie annuali retribuite di almeno quattro settimane alle condizioni previste dalla normativa vigente o dai contratti collettivi di lavoro applicati.
2. Il predetto periodo minimo di quattro settimane di ferie annuali retribuite non può essere sostituito da un indennità economica, salvo che nell ipotesi di cessazione del rapporto di lavoro
Art. 5
(Riposi)
1. Fermo restando quanto disposto all articolo 4 in materia di ferie, al personale di volo dell aviazione civile vengono assegnati giorni liberi da ogni tipo di servizio e di riserva, comunicati preventivamente dal datore di lavoro, nella misura di almeno 7 giorni locali per ciascun mese di calendario e comunque di almeno 96 giorni locali per ciascun anno di calendario, che possono comprendere eventuali periodi di riposo prescritti dalla legislazione vigente.
2 I contratti collettivi di lavoro stipulati con le organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative possono stabilire le modalità di fruizione delle giornate di riposo di cui al comma 1.
Art. 6
(Informazioni)
1. Il datore di lavoro è tenuto, a richiesta delle autorità competenti, a fornire informazioni riguardanti i criteri di programmazione ed i consuntivi dell’attività di volo del personale che opera alle sue dipendenze.
Art. 7
(Misure di tutela del personale di volo)
1. Il personale di volo dell aviazione civile ha diritto, ai sensi della legislazione vigente, nel rispetto del segreto medico, ad una valutazione gratuita dello stato di salute prima della sua assegnazione ed in seguito ad intervalli periodici.
2. Il personale di volo che abbia problemi di salute aventi nesso riconosciuto con il fatto che presta anche lavoro notturno viene assegnato ad un lavoro diurno in volo o a terra per cui è idoneo secondo quanto previsto dall’articolo 15 del decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66.
3. La valutazione di cui ai commi 1 e 2 è effettuata dagli organismi previsti dalle vigenti disposizioni in materia di idoneità alla mansione specifica di navigante ed è compiuta secondo le modalità e la periodicità previste dalle suddette disposizioni.
4. Al personale di volo dell aviazione civile viene garantito un livello di tutela della salute e della sicurezza adeguato alla natura della sua attività.
5. Il datore di lavoro assicura servizi ed i mezzi di prevenzione e protezione idonei a garantire al personale di volo dell aviazione civile gli adeguati livelli di tutela della salute e della sicurezza.
Art. 8
(Sanzioni)
1. La violazione delle disposizioni previste dall’articolo 3, commi 1 e 2, e dall’articolo 4, comma 1, è punita con la sanzione amministrativa da 130 euro a 780 euro, per ogni lavoratore e per ciascun periodo cui si riferisca la violazione.
2. La violazione delle disposizioni previste dall’articolo 5, comma 1, è punita con la sanzione amministrativa da 105 euro a 630 euro.
3. La violazione della disposizione prevista dall articolo 6, è punita con la sanzione amministrativa da 103 euro a 200 euro.
4. Chiunque impedisce o limita l’esercizio del diritto di cui all’articolo 7, commi 1 e 3 è punito con la sanzione amministrativa da 1.549 euro a 4.131 euro.
Art. 9
(Disposizione finale)
1. Dal presente provvedimento non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.