IL COMITATO PER I DIRITTI CIVILI DELL’IMPRENDITORE IN COLLABORAZIONE CON CITTADINI NEL MONDO E FEDERIMMIGRATI HA IL PIACERE D’INVITARLA ALL’INCONTRO SOLIDALE
FARE IMPRESA PER GLI STRANIERI IN ITALIA
A BOLOGNA 21 MAGGIO 2005 ORE 9.00 PRESSO IL CENTRO CONGRESSI VIA DELL’ARCOVEGGIO 49/5 |
Sono invitate a partecipare tutte le organizzazioni di categoria e di rappresentanza sindacali, datoriali, consolati, ambasciate, C.C.I.A.A. dei paesi presenti in Italia
Coordinamento Generale: ETTORE DALL’OCA – Bologna, Tel. 051.322109 – 051.320234
Scheda di partecipazione e di adesione all’incontro solidale del 21.05.2005
Vi preghiamo di voler compilare la Vostra partecipazione (gratuita) inviando tramite fax 051.323276 o email info@cittadininelmondo.com la seguente scheda all’indirizzo della segreteria organizzativa “Fare impresa per gli stranieri in Italia”
Signor/ra......... In rappresentanza
£ Ente £ Società £ Associazione £ Centrostudi £ Professionista £ Istituzione £ Altro
£ Oratore £ Ospite – Spettatore
Indirizzo.......... E-mail ............
Tel. ................ Fax ................
ÜIn riferimento alla legge 675/96 e successivo decreto legislativo del giugno 2003 n°196 – art. 13 “Codice in materia protezione dei dati personali”, Vi comunichiamo che i Vostri dati personali raccolti presso di noi saranno utilizzati nel pieno rispetto della normativa applicabile.
Considerazione sugli immigrati
Lo sviluppo economico dei paesi ricchi, legato alla crescita intensiva delle nuove tecnologie e alla globalizzazione, ha ulteriormente aggravato lo squilibrio già esistente con i paesi in via di sviluppo. Ciò ha creato le premesse per l’accentuarsi dei flussi migratori, causati tra l altro anche dai conflitti etnici e regionali, dalle persecuzioni politiche e dalla povertà. Per questa ragione, l’immigrazione oggi rappresenta un problema per l’Europa, ancor più per l’Italia, dove il numero degli extracomunitari supera i 3 milioni di regolari.
Eppure, finora il tema dell’integrazione e dell’immigrato regolare in quanto lavoratore non è mai stato affrontato in un’ottica “ne’sindacale ne’datoriale”. In presenza di un alto livello di strumentalizzazione politica del fenomeno, si è infatti portati a fermare l’attenzione sulle difficoltà dell’integrazione, anziché sui dati reali della ricchezza, prodotta grazie agli immigrati. Peraltro, le migrazioni richiedono cultura adeguata, organizzazione sociale e capacità d’intervento lungimirante e non strumentale: elementi, questi, che spesso sono mancati nelle scelte politico-istituzionali ed economiche.
Gli accordi di Schengen sulla circolazione sono la dimostrazione che la scelta di non ridurre tutto alle questioni di pubblica sicurezza e alla repressione dei reati può essere assai proficuo sotto molti punti di vista. Poiché, in Italia, dopo la legge 40/88, si è avviata una nuova fase di governo dei flussi migratori, occorre ora accelerare l’attuazione della normativa vigente (Legge Bossi - Fini), con alcuni adeguamenti per rafforzare il controllo del fenomeno della clandestinità. Si pensi, ad esempio, agli accordi bilaterali sulla sicurezza delle frontiere e sulla lotta alla criminalità che, senza stravolgere il legame tra il permesso di soggiorno e il rapporto di lavoro, consentono all’immigrato di operare e vivere nel paese ospite in un quadro di legalità.
Inoltre, poiché si agisce nel quadro di un’Europa sempre più unita, dovranno essere le istituzioni comunitarie a impostare una strategia efficace per la gestione dei flussi migratori. In materia di diritto di voto, riconoscimento della cittadinanza, ricongiungimento familiare e controllo dei clandestini, norme e procedure non potranno che essere decise a livello europeo.