lavoroprevidenza

mercoledì 26 settembre 2007

AGRICOLTURA: FIRMATO IL PROTOCOLLO SUL LAVORO SOMMERSO

Su segnalazione di Giulio D Imperio












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Agricoltura: sommerso, siglato il protocollo sull emersione










Agricoltura: sommerso, siglato il protocollo sull emersione

il ministro per le politiche Agricole Paolo De Castro






Aiutare l’agricoltura italiana, ridurre l’evasione contributiva e far emergere il lavoro nero. È questo l’obiettivo dell’accordo firmato ieri a palazzo Chigi tra il governo e le parti sociali del settore agricolo sull’emersione del lavoro nero e il sommerso. Un’intesa che, ponendo fine ad un percorso iniziato nel 2004 e proseguito a gennaio con la firma dell’avviso comune sul sommerso, porterà alla presentazione delle nuove norme insieme alla Finanziaria, portando al questo settore 140 milioni di euro. “Si tratta di un protocollo di fortissima innovazione”, ha dichiarato ieri il ministro del Lavoro Cesare Damiano, artefice insieme al collega delle Politiche agricole Paolo De Castro, del raggiungimento dell’intesa.
Molte le novità contenute nel protocollo: dalle misure sulla previdenza agli ammortizzatori sociali, dalle agevolazioni per le imprese che aumentano il numero di giornate lavorate al finanziamento della formazione continua senza ulteriori oneri per le aziende, dalla riforma del meccanismo della disoccupazione agricola agli sgravi contributivi Inail per le imprese che investono in sicurezza, dagli interventi sulle calamità naturali alla compensazione sui finanziamenti comunitari in caso di mancato pagamento dei contributi previdenziali. “Esprimiamo soddisfazione per la ratifica dell’accordo” raggiunto con i ministri Damiano e De Castro, ha commentato il direttore della Fedagri-Confcooperative, Fabiola Di Loreto, sottolineando che questi provvedimenti mettono “ordine in una materia delicata”. L’accordo, secondo Di Loreto, darà anche “un importante impulso alla crescita dell’occupazione e alla trasparenza dei rapporti di lavoro” in un settore che occupa quasi un milione di persone e che nel secondo trimestre 2007 ha registrato un brusco calo degli addetti (-6,6%). In materia di previdenza, ha spiegato non senza ragioni Di Loreto, ad essere danneggiate sono soprattutto le imprese che operano nel rispetto delle regole, motivo per cui il mondo della cooperazione è impegnato secondo il direttore già da anni nella lotta ai “fenomeni di illegalità nel lavoro”, sia nel settore agricolo che in altri in cui opera.
Soddisfazione è stata espressa anche dalla Confederazione italiana agricoltori (Cia), che ha ricordato come l’agricoltura chiedesse - non senza necessità - già da tempo “interventi mirati alla stabilizzazione ed allo sviluppo dell’occupazione”. Grazie alla collaborazione dei ministeri competenti e degli istituti interessati (Inps ed Inail), ha commentato la Cia, queste misure sono “finalmente” realtà. Secondo la Confederazione con questo accordo l’agricoltura “ha dato il segnale chiaro ed inequivocabile di voler contrastare tutte le forme di lavoro irregolare”, rimuovendo “le condizioni che ne determinano il ricorso” e gli alibi, che finiranno del tutto“quando anche il problema della semplificazione amministrativa sarà definitivamente risolto”. Già ieri, in effetti, l’associazione che riunisce i giovani agricoltori della Confagricoltura (Anga), ha invitato gli associati con pendenze con l’Inps ad aderire al più presto al piano di ristrutturazione dei debiti. “Si tratta di un’occasione da non perdere per chiarire situazioni delicate che anche le imprese condotte da giovani possono aver ereditato”, ha ammonito il presidente Marco Saraceno. Con l’adesione alla ristrutturazione dei crediti agricoli, ha spiegato, si potrà risolvere il problema dei debiti contributivi pregressi, pagando una quota prefissata tra il 22% e il 30%, oltre che dei procedimenti pendenti in sede giudiziaria in opposizione alle cartelle esattoriali, della revoca delle iscrizioni di ipoteche e dei fermi amministrativi. “È un opportunità da cogliere entro l’8 ottobre e costituirà il primo passo verso la riforma della previdenza agricola italiana”, ha concluso.
L’invito, senza dubbio apprezzabile, nasconde però anche qualche ombra. Non c’è dubbio alcuno, infatti, che salvaguardare un settore fondamentale e sostenerlo nelle gravi difficoltà causate dall’apertura incondizionata dei mercati a livello internazionale è nell’interesse del Paese: mettere in concorrenza i nostri produttori con quelli di Paesi emergenti - dove non esistono contributi e oneri previdenziali, comparabili norme di diritto del lavoro e di sicurezza dei beni alimentari nonché un carico fiscale altrettanto elevato - significa farle fallire, distruggendo l’intero settore. Nello stesso tempo, però, come già accaduto ai tempi del condono previdenziale voluto dall’ex-ministro Gianni Alemanno, consentire alle imprese di scendere a compromessi sul piano contributivo significa legittimarne l’evasione e danneggiare i lavoratori e il sistema pensionistico dato che il rosso delle casse previdenziali viene utilizzato da anni per legittimare la revisione al ribasso delle prestazioni pensionistiche. In linea di principio, quindi, sarebbe preferibile il finanziamento delle imprese stesse piuttosto che la concessione di condoni o scorciatoie di vario tipo, che creano pericolosi precedenti.
Molte delle norme contenute nel futuro disegno di legge, che sarà presentato con la Finanziaria, dovrebbero portare per la Cia all’aumento delle giornate denunciate e consentire alle aziende “di liberare risorse per investirle in azioni direttamente mirate a rafforzare la competitività del settore, a beneficio dell’economia e della società”. La sottoscrizione dell’accordo, infatti, renderà possibile l’attivazione delle norme previste dal Protocollo sul welfare, siglato lo scorso 23 luglio tra l’esecutivo e la Triplice, lo stesso cioè che la Fiom (ala radicale della Cgil) ha bocciato la settimana scorsa. Tra queste, come ha ricordato la Coldiretti, anche “il superamento del divieto di cumulo tra lavoro dipendente e pensione di anzianità in agricoltura”. Nelle intenzioni dei promotori, la misura dovrebbe far emergere tutta una fetta di occupazione, svolta in nero dai pensionati per non perdere l’assegno previdenziale. Gli effetti però sono tutti da vedere visto che in concreto, la rimozione contrasta con la sbandierata intenzione del governo di agevolare il ricambio generazionale e l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro.
Per la Coldiretti, particolarmente positivi sono poi i ticket per la vendemmia che, seppur in ritardo per la raccolta 2007, dovrebbero dare “la possibilità a studenti e pensionati di essere assunti in forma semplificata per la raccolta delle uve”. Soluzione che, seppur utile all’agricoltura, comporta comunque la leggimizzazione di una sorta di lavoro a cottimo.
Nonostante la diffusa soddisfazione degli agricoltori, non mancano le questioni rimaste irrisolte, come la semplificazione amministrativa nel settore e l’introduzione di forme di semplificazione per altre campagne di raccolta quali frutta e olive. “Auspichiamo che questo accordo possa rappresentare l’avvio di un percorso di lavoro fruttuoso anche per altre questioni ancora aperte del mondo agroalimentare italiano”, ha dichiarato infatti Di Loreto, in perfetta sintonia con i colleghi delle altre organizzazioni del settore agroalimentare.



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